Fotovoltaico e pompe di calore: ma quanto ci costi!
Novità dal Garante
Si sa che, noi fotovoltaici con lo Scambio Sul Posto (SSP), abbiamo investito nell’energia del sole, per non pagare le bollette.
E proprio in funzione di questa aspettativa, disattesa dalla finanziarizzazione del kwh, che molti di noi (fotovoltaici), abbiamo predisposto l’impianto di riscaldamento delle nostre
abitazioni mediante l’utilizzo delle pompe di calore.
Il blog ha già trattato l’argomento QUI,
spiegando chiaramente l’antieconomicità a causa dell’applicazione della
macchinosa ed iniqua tariffazione dell’energia QUOTA PRO-DIE.
Tuttavia, per
chi ha deciso di riscaldare la propria abitazione con le pompe di calore, ci
sono delle novità: l’Authority (AEEG) ha emanato la nuova delibera 607/2013,
con la quale, per ragioni di
efficienza energetica (pag. 13), ha annunciato di voler eliminare:
- la QUOTA PRO-DIE; (evviva!)
- il doppio contatore Enel; (finalmente!)
- tutti i costi accessori. (magari !)
Come mai?
L’Autorità per
l’Energia Elettrica ed il Gas (AEEG) è stata COSTRETTA ad allinearsi alla
direttiva dell’UE 2012/27/CE del 25-10-12, come dettagliatamente scritto QUI ammettendo la tariffa D1 –
anche per le pompe di calore.
Vogliate
notare che, per tale recepimento, sono stati necessari ben due anni! Oltre tale
termine non si poteva andare, ed è per questa ragione che l’Authority, è stata
costretta a cambiare le sue regole!
Vogliate notare anche che, invece nel 2008,
l’Authority non ci ha pensato molto per approvare la delibera 74/08, con la quale decise
la finanziarizzazione del kwh, a nostro discapito, costringendoci a ricomperare
la nostra roba, per di più, a prezzi progressivi QUI.
Per eliminare la
tariffa progressiva, l’Authority, oggi,
ritiene però necessaria per le pompe di calore ancora una sperimentazione che fa nascere il dubbio di essere un altro espediente
a nostro discapito.
Entrando nel
dettaglio, il comunicato dell’AEEG (QUI),
dice che l’iniziativa :
“si inquadra nel percorso delineato dalle
normative europee... che richiede di eliminare dalle TARIFFE di
trasmissione e distribuzione sussidi e incentivi che pregiudichino
l’efficienza nella produzione, trasmissione, distribuzione e fornitura
elettrica e ostacolino la partecipazione della domanda al mercato elettrico”.
Per cui conclude
l’Authority:“L’attuale progressività delle tariffe in funzione dei consumi (il sussidio alle imprese di vendita rappresentato dalla
malvagia QUOTA PRO-DIE) tende invece a sfavorire l'utilizzo
dell'energia elettrica per usi termici”, come ad esempio: i piani di cottura ad induzione, oppure le
pompe di calore.
Le regole sono state quindi cambiate
a favore dell’efficienza energetica, ovvero non si vorrebbe più penalizzare
l’utilizzo dell’energia elettrica per consumi termici.
Ma ci voleva proprio l’UE per rendersi
conto di tale inefficienza? E perché attendere due anni per adeguarsi?
Ma è veramente a
nostro vantaggio questo cambio delle regole così come concepito dall’Authority?
Facciamo, dunque, una
piccola precisazione in merito alla tecnologia della pompa di calore (aria-aria, le
più diffuse ed economiche), che funziona secondo il principio di
Carnot, ovvero trasportando aria dall’esterno ed immettendola all’interno
dell’abitazione riscaldata. Il suo rendimento
non diventa ottimale, quando il salto termico, fra dentro e fuori, è troppo
elevato o la temperatura esterna scende sotto lo zero.
(vedi rendimento η ciclo Carnot QUI)
(vedi rendimento η ciclo Carnot QUI)
Chiariamo meglio con un esempio: se voglio
20°C in casa, e all’esterno ci sono 0°C,
il salto è 20°C.
Se però fuori ci sono 10°C sotto zero
(e di caldo da trasportare, quindi, c’è n’è di meno), ma in casa voglio sempre i 20°C, il salto termico diventa
di 30°C.
In questo caso, la pompa di calore
deve lavorare di più per avere i 20°C in casa, o, che è la stessa cosa,
consumare di più, facendo conseguentemente spendere di più.
Inoltre, quando la temperatura esterna è sottozero, il
motocondensante (aria-aria) posto all’esterno, deve continuamente sbrinarsi la
condensa che produce, dissipando ulteriore energia elettrica, solo per
sciogliere il ghiaccio. Quindi, in queste circostanze, sarebbe energeticamente
vantaggioso, avere a disposizione anche un SISTEMA ALTERNATIVO (termosifoni,
stufette, pellet, etc. etc.), allo scopo di evitare il superconsumo di
elettricità.
Su questo punto, in contrasto con quanto detto alla
luce del principio fisico, AEEG pone una condizione capestro, che ci costringerebbe,
alla faccia dell’efficienza energetica, al SUPERCONSUMO, avendo considerato che “...l'efficienza
energetica complessiva di una soluzione di riscaldamento domestico basata
sull'utilizzo di una pompa di calore può ritenersi garantita solo
laddove questa Non venga utilizzata
ad integrazione di altri sistemi ma costituisca L'UNICO sistema di
riscaldamento presente nell'abitazione di residenza abituale”
(pag 12 delibera 607/13).
(pag 12 delibera 607/13).
In pratica, data la situazione climatica italiana,
ponendo questa condizione, AEEG escluderebbe dalla nuova tariffa agevolata D1 i
territori del Nord non rivieraschi (Alpi e Pianura Padana),
quelli montuosi degli Appennini, perchè obbligati a privarsi di un
sistema di riscaldamento ausiliario.
Chi
abitasse in questi territori, se si dotasse di pompe di calore, secondo AEEG,
dovrebbe accettare in certi periodi invernali, consumi doppi o tripli che,
aggirando le agevolazioni, sottoporrebbero le famiglie al pagamento di bollette
elettriche esorbitanti, con grande gioia, guarda caso, delle solite imprese di
vendita.
Sia ben chiaro, la tariffa senza QUOTA PRO-DIE è una
ottima “concessione”, ma, è proprio per questo che non tutti coloro i quali
investono nelle pompe di calore devono
avere la piena libertà di potervi accedere.
Vogliate notare, che, ignorando
furbescamente l’aspetto del possibile superconsumo, nessuno troverà nel web, un
sito di venditori di pompe di calore e di imprese di vendita di energia
elettrica, che non accolga con grande esultanza la delibera 607/13 di AEEG.
L’operazione richiama alla mente, la martellante
propaganda per dotarsi di impianto FV (che continua anche adesso), propaganda
che tace completamente sulle regole rapinatorie della finanziarizzazione dello
SSP, imposte dall’Authority, che, nonostante l’autosufficienza in termini di
kwh, ci hanno ricondotto ad essere clienti delle imprese di vendita, di cui,
solo ora, tante incolpevoli famiglie si stanno rendendo conto.
Non si deve neppure sottovalutare l’aspetto minaccioso
della sanzione garantita dall’AEEG, per reprimere ‘comportamenti opportunistici in
relazione al vantaggio di usufruire di una tariffa non progressiva’ (pag. 17
delibera 607 AEEG).
Al riguardo, è un caso che il Ministero dello
Sviluppo Economico, dopo già 5 solleciti, non abbia ancora trovato il tempo di rispondere all’interrogazione sul
DIVIETO posto ai sistemi di accumulo familiari (QUI), ma il tempo il Ministero lo abbia subito trovato per
emanare il DM 31-1-2014 (QUI) riguardante la “...disciplina dei controlli (anche senza preavviso, ndr) e
delle sanzioni in materia di incentivi nel settore elettrico di competenza del
Gestore dei Servizi Energetici GSE SpA”???!!
A quanto sarebbe fissato il prezzo della tariffa D1
per chi riscalda con pompe di calore ?
Pare che il prezzo verrà posto al livello di circa 22 €cent/kwh. Fissi
per tutto l’anno!
Peccato, che noi fotovoltaici con SSP, per almeno 7-8
mesi/anno, cioè quando l’insolazione è adeguata, e quindi si aumenta il nostro autoconsumo
istantaneo, in bolletta paghiamo il kwh circa 18 €cent/kwh.
Quindi, con una tariffa D1 più elevata, saremmo
costretti a pagare indiscriminatamente
22 €cent anche d’estate, con un aggravio di 3-4 €cent/kwh (+18%)
Quello che ci danno d’inverno se lo riprenderebbero
d’estate!
A ben vedere, non è interamente a nostra favore,
nemmeno questo aspetto della delibera, anche se noi FV potremmo difenderci con
un MINIsistema di stoccaggio/accumulo che ci permettesse di aumentare
l’autoconsumo proprio nei mesi estivi. (LEGGETE QUI)
Un’ultima considerazione.
Se l’Authority, con la nuova tariffa D1 introdotta
nella delibera 607/13, richiama l’obbligo dell’efficienza energetica dell’UE,
significa evidentemente che, finora, ci ha costretti a subire ingiuste
condizioni di inefficienza.
Di più, ci avrebbe persino costretto a pagare i costi
delle inefficienze, con le selvagge fatturazioni progressive (QUOTA PRO-DIE).
Stabilito questo, chi ci restituisce i nostri soldi,
ingiustamente sborsati per favorire l’inefficienza?
Purtroppo, con la nuova delibera 607/13, se da un lato
ci sarà la tariffa D1, AEEG aumenterà la componente UC3, introducendo (art. 3)
l’elemento UC3NIL, onde risarcire Terna SpA per gli “investimenti
afferenti all’intervento di interconnessione Italia-Balcani situati al di fuori
del territorio italiano”.
Questa è l'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas (AEEG), il nostro Garante!!!
Questa è l'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas (AEEG), il nostro Garante!!!
Alessandra