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lunedì 11 aprile 2011

FOTOVOLTAICO: LUIGI RACCONTA LA SUA "TRISTE ESPERIENZA"

Da ecologista convinto anni fa nel 2006, pur abitando in montagna, ebbi la “geniale” idea di investire la mia liquidazione in un impianto fotovoltaico e conoscendo il titolare di una ditta di installazioni mi informai in proposito, mi venne detto che avevo due opzioni, sinteticamente queste:

il conto energia che anche senza l’intero capitale, ma con l’intervento di banche, mi permetteva di installare un impianto per la produzione dell’energia necessaria alla mia famiglia, pagandomi la produzione in eccesso, con l’aspettativa dopo qualche anno, ammortizzata la cifra spesa dalla banca, di produrre a costo zero la mia energia

O in alternativa sfruttare i contributi che la mia regione, il Friuli Venezia Giulia destinava con un massimo del 70% della spesa totale al medesimo scopo, ma con la formula dello scambio sul posto, quindi non avendo un pagamento per l’energia in eccesso, ma la restituzione della stessa di notte, nelle giornate nuvolose o invernali dove la produzione è chiaramente ridotta e non sufficiente al mio fabbisogno, con la disponibilità dell’eventuale eccesso di produzione nei tre anni successivi, non pensavo certo di produrne molta di troppo, ma poteva essere una garanzia sufficiente alle mie esigenze.

Feci dunque richiesta di contributo alla regione Friuli Venezia Giulia, per non esagerare ed avere più probabilità di accesso al finanziamento chiesi il 59% della spesa, venne accettato e dunque optai per la 2 opzione, che tra l’altro considero la più “onesta”: PRODUCO LA MIA ENERGIA ME LA CONSUMO DIRETTAMENTE, L’ECCESSO VA IN RETE E MI VIENE RESTITUITO QUANDO MI SERVE, POI SE ME NE SERVE ALTRA LA PAGO COME TUTTI.

Con la ditta installatrice ebbi un buon rapporto, mi fornirono tutto l’apporto necessario per districarmi nella selva burocratica della prima fase e studiammo un impianto che in base alle bollette di allora poteva essere addirittura leggermente sovradimensionato per le mie esigenze, ma con la prospettiva in seguito di adeguare la mia abitazione in modo da sfruttare a pieno la mia energia a discapito della caldaia a gasolio.

Nel giro di qualche mese l’impianto fu pronto, con una potenza di 3570 kw, entrò in funzione i primi giorni di aprile ’07, la mia soddisfazione era grande, da quel momento avrei usato la mia energia, pulita, per tutto il resto dell’anno le bollette in arrivo dall’ENEL, riportavano una frase che mi rendeva felice, NIENTE DA PAGARE, spingendo anche mio padre inizialmente scettico a convenire sulla bontà dell’investimento, anche se all’inizio dell’anno seguente ci fu il conguaglio che raffreddo il mio entusiasmo, 608 €!!!, venni però rassicurato dalla ditta installatrice, che durante questa avventura è stata l’unica a fornirmi informazioni rapide e precise senza dover sprecare interi pomeriggi con qualche call center irreperibile, venni rassicurato dunque dicendomi che in seguito a dei conti più precisi sicuramente sarei stato rimborsato di qualcosa, e avvenne puntualmente quando qualche tempo dopo ricevetti un assegno di 480 €, considerando che nei 8 mesi di attività avevo speso sui 130 € senza aver praticamente fatto nulla in direzione dell’efficienza energetica, potevo essere soddisfatto.

L’anno seguente purtroppo iniziarono dei problemi tecnici con un’avaria dell’inverter e meteorologici con del ghiaccio formatosi alla base dei pannelli che compromisero la potenziale produzione e mi impedirono di avere un’idea precisa della stessa, ma le bollette si rivelarono la metà degli anni precedenti, con un bonifico non meglio precisato da parte dell’ENEL di 350 € che dunque alla fine dell’anno portava anche il 2008 ad un ottimo bilancio

I guai iniziano nell’anno seguente con ulteriori problemi alla data dell’inverter, tali da impedire una corretta lettura mese per mese, ma soprattutto con l’ingresso di G.S.E. e l’obbligo di sottoscrivere la convenzione con questo nuovo gestore, che nelle mie speranze doveva rendere più chiaro e trasparente il rapporto tra le parti, ma che purtroppo alla fine dell’anno mi rivela che con la produzione totale di 3300 kwh quindi in linea con gli anni precedenti, le bollette all’ENEL ritornavano ai livelli di prima dell’impianto (550 €) pur con 188 € di rimborsi.

Finalmente con il 2010 i dati dell’inverter sono più completi e precisi, l’ENEL fornisce anche il dettaglio dei miei consumi mese per mese, spero dunque di potermi fare un’idea più precisa di una situazione che comincia a puzzare visto che le bollette in tutto l’anno raggiungono il record di 763€, a fronte di 128€ di compensi, se poi ci aggiungo le varie accise, il costo di G.S.E. ed una piccola assicurazione per la grandine, alla fine mi prende la depressione

A questo punto con tutti i dati mi reco dal impiantista che dopo una verifica mi conferma che sembrano corretti e mi spiega che con l’ingresso di G.S.E. sono state modificate le regole del gioco e che lo scambio sul posto non vede più il semplice scambio di energia tra le parti, ma mi trovo a “regalare” alla rete il mio eccesso di produzione diurna, quindi in fascia f1 ad un certo prezzo e a ricomprarmela ad un prezzo maggiore nelle giornate di cielo coperto ed in serata.

Sono uscito sconvolto e nauseato, tanto da non “investigare” di più, ma estremamente schifato da troppe cose:

dalla volutamente complicatissima interpretazione dei dati forniti dalla nuova gestione del G.S.E., che per quanto mi riguarda dovrebbe fornire si le tabelle nei dettagli per chi voglia poi verificare il tutto al centesimo, ma dovrebbe anche fornire un prospetto di sintesi più facile da decifrare anche per chi non sia laureato in matematica, magari sottoforma di un bel grafico dai vari colori con relative cifre, in cui anche un potenziale analfabeta possa facilmente intuire la produzione, il consumo, tasse ecc.

ma soprattutto dalla nostra classe dirigente che trovandosi ad un bivio storico sulla strada dalla programmazione energetica cosa fa, invece di favorire la gente, le aziende che avendo un tetto o una terrazza disponibile, ma anche un gruzzoletto da investire e comunque dei consumi cui far fronte, rende complicato il tutto scoraggiando i piccoli produttori e addirittura taglia gli incentivi alle rinnovabili mettendo in ginocchio uno dei pochi settori in forte espansione, che crea aziende, posti di lavoro ed un’intera economia sostenibile e pulita, ed è veramente triste che servano delle disgrazie come ciò che sta accadendo in Giappone per metterci in guardia sui possibili rischi di una svolta nucleare in un territorio sismico come il nostro, senza contare che abbiamo già dimostrato al mondo che non sappiamo gestire correttamente neanche le immondizie normali, per non parlare dei rifiuti tossici che le varie imprese hanno smaltito illegalmente per anni, per terra e per mare, in Italia ed all’estero, di cui si troveranno a fare i conti le generazioni future, anche le loro.

Scoraggiato, cerco compagni di sventura per tentare di farci sentire….

Luigi

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