Noi, che siamo famiglie. Noi, che abbiamo un impianto fotovoltaico
con lo scambio sul posto (SSP). Noi, che siamo una risorsa inesauribile per le società
elettriche!!!!
Da quando noi famiglie abbiamo deciso di investire i nostri
risparmi nel fotovoltaico, per produrci la nostra energia e renderci
indipendenti, attraverso lo SSP (Scambio sul Posto), le Authority, contravvenendo
ad ogni patto, sono intervenute a posteriori più volte, cambiando le
regole e facendo evaporare i nostri risparmi/investimenti. Come?
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Famiglie con impianto fotovoltaico con lo scambio sul posto |
Non potendoci addebitare in bolletta i costi della energia, perché
ce la producevamo da soli, hanno dilatato gli oneri di rete attraverso il diabolico criterio di calcolo della ‘quota-pro-die’
(il Blog lo trattò QUI).
Inoltre il 24 ottobre, agli oneri di rete, è stata aggiunta una
nuova componente di sistema, la ‘AE’ istituita dall’Authority
con delibera 467/2013/R/EEL che trovate QUI.
Il risultato, sperimentato da tutti, è che questi costi sono ormai
superiori a quelli dell’energia stessa, e così, senza tema di
smentita continuiamo a pagare bollette sempre crescenti, anzi siamo quelli che paghiamo di più
in Europa.
L’amico Andrea, che ringrazio, ha segnalato in un commento lasciato
nel blog, questo istruttivo LINK, che dimostra - con calcoli molto accurati
- come con lo SSP otteniamo un rimborso al massimo di 0,15€/kwh mentre, a
causa dei costi di rete e di sistema, ci fanno pagare in bolletta anche
0,30/0,33€/kwh, e a volte anche più.
Per difenderci dai costi della rete, il 17
settembre 2013 il Blog con il post FOTOVOLTAICO
MORIBONDO INSIEME ALLO SCAMBIO SUL POSTO (SSP)! STANNO UCCIDENDO IL FOTOVOLTAICO!, annunciò l’intenzione di realizzare un
MINIsistema di accumulo.
Sarà un caso, ma il GSE (che ci controlla!) il
20 settembre stoppò subito l’idea con un comunicato web dal tono minaccioso nei seguenti termini: "Chi
installa un sistema di accumulo rischia di perdere gli incentivi, anzi, di
restituire anche quelli già ricevuti. " Il comunicato è QUI
Un intervento, quello del GSE, troppo consequenziale, immediato
e truculento allorchè vietò ogni operazione:“... come ad esempio la ricarica dei sistemi di accumulo tramite
l’energia elettrica prelevata dalla rete.”
(ma quando ricarichiamo il cellulare non potrebbe essere anche questo un accumulo?).
Secondo il DCO 19-12-13
dell’Authority, i conti energia 2, 3 e 4 (cioè il 75% degli impianti familiari)
avrebbero dovuto essere fin da subito esclusi dalla diffida, mentre il conto
energia 1 sarebbe incompatibile con l’accumulo e il conto energia 5 avrebbe necessitato
solo di strumenti di misura aggiuntivi per potere accumulare.
Come segnalato dall’amico
Antonio, la questione, ha provocato anche la presentazione
dell’interrogazione parlamentare 4-02184, da parte dell’On. Realacci che
trovate QUI.
Ognuno potrà costatare di
persona che, il Ministro dello Sviluppo Economico, ad oggi, non ha
ancora trovato il tempo di rispondere all’interrogazione, malgrado ben 3
solleciti, di cui l’ultimo poco prima di Natale.
Nel frattempo, però,
l’Authority ha ritenuto di intervenire, almeno a sentire la delibera consultiva
613-2013-R-EEL (si trova QUI).
Questo provvedimento pare
non promettere nulla di buono, quando ipotizza, a pagina 6, di “...definire opportune
disposizioni, al momento mancanti, con particolare riferimento alle modalità di
applicazione delle tariffe di trasmissione, di distribuzione e degli oneri
generali di sistema per l'energia elettrica destinata ad alimentare i
sistemi di accumulo...”.
Inoltre, se anche una
famiglia intendesse stoccare parte della produzione verde del proprio impianto
FV, dotato di SSP, l’eventuale sistema di accumulo verrebbe normativamente
trattato alla stregua di “... un vero e proprio impianto di produzione di energia
elettrica...alimentato da fonti NON rinnovabili (art. 38bis.1)”.
Il pretesto individuato
dall’Authority consiste nel fatto che con l’SSP si è collegati ... alla rete
pubblica.
Luminoso
esempio di burocrazia: nella batteria entra energia verde ed esce sporca.Luminoso quasi quanto quello di averci resi dal 2009 pagatori di bollette anche quando siamo autosufficienti
elettricamente.
Sorge il dubbio che l’attribuzione/equiparazione del sistema
di accumulo ad ‘impianto di produzione non alimentato da fonte
rinnovabili’, da parte dell’Authority, possa servire a non fare riconoscere
le detrazioni fiscali per l'acquisto delle batterie di stoccaggio, o peggio, a costringerci ad
aprire la Partita Iva...
Inoltre, così come è stata articolata, questa “delibera” ha tutta
l’aria di ostacolare la conservazione in proprio dell’energia, per
costringerci a restare collegati alla rete, e dover continuare a pagarne i relativi
costi esorbitanti.
La rete pubblica, per la
sua arretratezza gestionale e strutturale,
è infatti diventata un comodo alibi
sulla quale scaricare costi affatto trasparenti, come documentato nel post del
25-8-13 QUI
Rendere funzionale la rete, significherebbe per i colossi
elettrici, privarsi dell’alibi e dover rischiare di smontare la ‘macchina dei
soldi “ della QUOTA-PRO-DIE.
Di proposte ce ne sarebbero.
Una per esempio viene dal Politecnico di Milano (si trova QUI) che avrebbe indicato la soluzione nella
possibilità offerta dalla SMART-GRID (rete furba
di distribuzione locale della produzione diffusa di energia FV).
Con questo progetto si dovrebbero cambiare centinaia di cabine
elettriche primarie (dove i gestori di rete possano mettere a
disposizione dei singoli fotovoltaici, moduli di accumulo come prevede l’art.
11 lett. D, DM 5-7-12) e decine di migliaia di quelle secondarie, ed inoltre centri
operativi di controllo evoluti, infrastrutture di ricarica, sistemi di
accumulo, protezioni, sensori, tecnologie per la comunicazione e sistemi di
gestione e controllo. Il tutto con un costo di 3-10 mld di €.
Ma questo salverebbe le famiglie fotovoltaiche con SSP dagli oneri
di rete e QUOTA-PRO-DIE ?
Su chi verrebbero spalmati quei 3-10 mld di € di investimenti ?
Si toglierebbero forse dagli extraprofitti dei colossi elettrici?
Non è forse vero che la delibera dell’Authority n. 570/12, che ha
massacrato lo SSP, vedi il post QUI, è figlia del citato DM 5-7-12, che ha rivisto al
ribasso il nostro trattamento col pretesto della ‘semplificazione’?
Non possiamo farci illusioni e dobbiamo
trovare la soluzione alla nostra situazione, minimizzando gli esborsi per le
bollette, che dobbiamo pagare anche quando siamo autosufficienti.
Per fare questo è stato avviato, con l’installazione del primo
prototipo in Lombardia, il progetto del MINIsistema di accumulo – MINI già a
partire dal prezzo -, ma che ha LO SCOPO di renderci indipendenti per 8 mesi
all’anno.
Agli amici dell’IO-CI-SONO che mi hanno comunicato di essere
interessati a questo progetto, invierò presto una seconda circolare con
maggiori dettagli, faccio presente che i test finali (quelli con i numeri) non
si potranno avere fino a primavera.
Tengo a precisare, che il Blog NON vende nulla, ma l’impegno
è rivolto a fornire notizie, risposte e qualche volta anche raccomandazioni.
Alessandra
alessandraperfotovoltaico@hotmail.it
alessandraperfotovoltaico@hotmail.it